Oncologia integrata

La scelta di occuparmi della cosiddetta Oncologia Integrata è maturata dopo anni di esperienza a fianco di migliaia di pazienti oncologici, anni preziosi per cogliere quali siano le reali esigenze di questa categoria di pazienti, aldilà della prioritaria cura della patologia di base. 

L’ascolto, il dialogo, l’accoglienza dell’altro rappresentano il punto cardine intorno al quale far ruotare tutto l’approccio diagnostico-terapeutico del malato oncologico, un paziente spesso impaurito, bisognoso di attenzioni e comprensione. 

L’esperienza con i pazienti ha permesso di apprendere la lezione più importante in assoluto, ovvero che la prima forma di cura è rappresentata da una profonda relazione tra medico e paziente e che il percorso oncologico va affrontato insieme. 

Un numero sempre maggiore di pazienti chiede di diventare parte attiva del trattamento, di non essere un semplice spettatore. Studi scientifici confermano quanto lo stile di vita (alimentazione, adeguata attività fisica, pratiche di rilassamento…) possa rappresentare uno strumento preziosissimo per coadiuvare le terapie, ridurre gli effetti collaterali ad esse correlate e migliorare prognosi e qualità della vita di chi si trova ad affrontare questo tipo di percorso.  Sempre più la comunità scientifica internazionale sta studiando strategie terapeutiche cosiddette “non convenzionali” con risultati che ci supportano nella prescrizione di strategie di trattamento non farmacologiche da affiancare alla terapia oncologica standard:

-i percorsi di mindfulness, pratica che ha dimostrato di ridurre nelle donne affette da tumore mammario lo stress percepito, i sintomi depressivi, l’espressione genica pro-infiammatoria, l’affaticamento (cosidetta Fatigue), i disturbi vasomotori (caldane) e i disturbi del sonno; 

-l’utilizzo di alcuni fitoterapici o integratori capaci di controllare gli effetti collaterali di alcuni farmaci o i dismetabolismi che ne possono derivare (ad esempio utilizzo della berberina o di Akkermansia nel controllo dell’iperglicemia o degli acidi boswelici e della curcumina nel migliorare la tolleranza di una categoria di farmaci utilizzati  nella cura del tumore mammario, gli inibitori dell’aromatasi, e che possono dare dolori articolari invalidanti, dolori che regrediscono in una buona percentuale di casi non con i farmaci ma con i fitoterapici…);

-la corretta attività fisica (prescritta da specialisti del settore ed appresa nel corso di sedute dedicate), capace di impattare favorevolmente sull’infiammazione, sulla resistenza insulinica, sul mantenimento della massa muscolare (fondamentale nei pazienti oncologici), su ansia e depressione, sul quadro cognitivo di chi si avvicina o è già entrato nella terza età e molto altro; 

-l’alimentazione adeguata, prescritta al di là della necessità di perdere o prendere peso, perché esiste un piano alimentare specifico per ogni situazione specifica, che deve essere stilato a prescindere dal peso del paziente, per educarlo.

-l’agopuntura: pratica in uso da oltre 3000 anni che sfrutta la stimolazione di alcuni punti particolari del corpo per coadiuvare la gestione di sintomatologia di vario genere. L’OMS, basandosi su studi scientifici, ha stilato un elenco di patologie che possono giovarsi di questo strumento di cura e, tra queste, vengono inclusi  i tumori. Nei pazienti oncologici infatti l’agopuntura può impattare favorevolmente sugli effetti collaterali delle terapie e sui sintomi della malattia migliorando la qualità della vita. In particolare gli studi a supporto dell’utilizzo di tale pratica, in associazione alle terapie standard, dimostrano che in Oncologia essa è indicata per ridurre dolore, nausea e vomito indotti da chemio-radioterapia, la fatigue (stanchezza post chemioterapia), le neuropatie da farmaco, i disturbi del tono dell’umore e del sonno e i disturbi cosiddetti vasomotori (le vampate di calore) che derivano dai trattamenti ormonali.

La Medicina d’Insieme mette a disposizione dei pazienti oncologici, all’interno di un ospedale, un’équipe di professionisti capaci di supportarli in tutti questi ambiti, profondamente convinti del fatto che solo tutti insieme si possa raggiungere l’obiettivo che ci si pone, qualunque esso sia.

Affiancare l’Oncologia Integrata ai trattamenti convenzionali significa potenziarne l’efficacia, ridurre gli effetti collaterali ad essi correlati, migliorare le condizioni generali del paziente (fisiche, metaboliche e psicologiche) in attesa di un intervento chirurgico o di avviare i trattamenti farmacologici, migliorare la qualità della vita e prevenire le ricadute della patologie di base. 

Con un unico e imprescindibile vincolo: la validità scientifica di ogni proposta terapeutica, supportata da studi nazionali ed internazionali.

Di questo si occupa l’Oncologia Integrata: curare la persona malata di tumore con le terapie cosiddette convenzionali (chemioterapia, immunoterapia, radioterapia, chirurgia…) associate a tutte le strategie cardine della Medicina d’Insieme (alimentazione, attività fisica, prodotti naturali, agopuntura…) con lo scopo di migliorare l’evoluzione della malattia, ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti, migliorare la qualità della vita, ridurre il rischio di recidiva. 

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